This is an italian blog concerning Costume Jewelry and vintage jewery collecting. All of the posts are written in italian language, however, if you need any information about these contents, we do speek english! All you need to do is ask. Till then... have fun with the pictures and be welcome!

14 luglio 2011

Amore sul ramo: "Bill and Coo", Coro nel 1945.

Condivido con voi questa meravigliosa creazione firmata Coro, opera, come la maggior parte dei pezzi emblematici della ditta, di Adolph Katz. Si tratta di una deliziosa Duette soprannominata "Bill and Coo", il cui brevetto è stato assegnato nel 1945 (mentre la richiesta è stata fatta nel 1944).


Il pezzo è pubblicato nel celebre "American Costume Jewelry 1935-1950" di Brunialti (1997, edizioni Mazzotta - Milano) a pagina 80 e 82. Pare esistessero versioni in cui la pietra centrale avesse colori diversi. Come è già stato visto nel caso degli "Hoots" (i famosi "gufi"), vi sono tonalità acquamarina e verde smeraldo.


Con il suo classico meccanismo "Duette", i due uccellini possono essere staccati dalla struttura che li tiene uniti e usati separatamente come fur clips, spille da pelliccia, ideali per stoffe spesse, colletti di giacche e cappotti. "Bill and Coo" è, come spiega Brunialti, un'espressione del linguaggio familiare che significa tubare. La spilla parla di amore e tenerezza.


Sopra, il brevetto originale n.140,014, datato a 16 gennaio 1945. Il prezzo della spilla nel 1944 era di 25$. La spilla è realizzata in argento sterling (925) con doratura in oro rosa, smalti colorati, cristallo e piccoli strass.

8 marzo 2011

Che cosa significa "NOS": New Old Stock

Può capitare di trovare in vendita oggetti vintage o persino antichi, definiti "nuovi". E' il cosiddetto New Old Stock, abbreviato "NOS".


Si tratta di oggetti che si presentano con il loro imballaggio originale e in condizioni intatti. In altre parole, non sono mai stati utilizzati e/o indossati. Non hanno nemmeno "sfiorato" altri oggetti, rischiando di guastarsi nel contatto. Sono pezzi nuovi a tutti gli effetti.


Ciò che li distingue, è la veneranda età. Pur essendo nuovi, infatti, sono stati creati molti decenni or sono (almeno due, per potersi defnire "Vintage") e appartengono quindi ad un'altra epoca. Per definirsi New Old Stock l'oggetto deve essere non semplicemente "pari al nuovo", ma avere con sé la scatola e/o l'etichetta originale.


Nelle fotografie, bracciale "Tennis" firmato Monet, anni 70 - 80, in metallo color oro con strass bianchi, scatola originale.

25 novembre 2010

Quando chiuse Trifari?

Non sempre è facile determinare la data di chiusura di un'azienda. Grandi marchi come Trifari, Coro, Monet e così via non muoiono da un giorno all'altro. Acquisti tra aziende possono dar vita a trasferimenti che spesso incidono sulla qualità prima ancora che sul nome, che può restare quello originario. Nel caso di Trifari, questa "morte" risulta molto graduale. Infatti, la fine dell'attività dell'azienda è comunemente legata agli anni 1970. Infondo, la vita del marchio Trifari è intimamente legato alla carriera del più grande designer dell'azienda: Alfred Philippe, il quale inizia intorno al 1930 e si ritira nel 1968.


E' nel 1975 che Trifari viene venduta a Hallmark Jewelry Company, dalla quale passa poi sotto Crystal Brands nel 1988 e, nel 1994, a una ditta del gruppo Monet. Nella realtà, Trifari che conosciamo termina con quella prima vendita, la quale mette fine, dopo che già il più grande designer di Trifari se ne era andato, al team che originariamente portava avanti il lavoro. I pezzi Trifari realizzati dopo il 1975 furono ancora caratterizzati da una buona qualità, e quelli creati sotto la direzione del gruppo Monet, ancora firmati Trifari, considerati altamente collezionabili proprio perché ultimi a portare tale firma. Dopo il 2000 anche il gruppo Monet viene venduto ad una azienda estera, e così termina anche un'era: Trifari non c'è più.
Nella foto: orecchini firmati Trifari, trifanium oro e smalto panna, anni '60.

19 novembre 2010

Interpretazioni di Napier, nel segno del cerchio

Il cerchio è forse la forma più ricorrente in bigiotteria e gioielleria: collane, bracciali, orecchini, spille; non c'è pezzo dove il cerchio non si riproponga con frequenza. Questo accade non solo perché il cerchio è una forma semplice e solida, facile da "abbinare" in quanto non invadente. Al cerchio, infatti, viene associata una simbologia importante.


Il cerchio, è un simbolo primordiale, il cui significato profondo è facilmente intuibile anche da coloro che non lo conoscono "a memoria". Il cerchio è la forma geometrica caratterizzata da una continuità che non viene spezzata da angoli o interruzioni, è quindi l'infinito, l'eternità, la compiutezza. Il cerchio è anche simbolo di unione, tra due linee che si vengono incontro diventando l'una l'altra, e quindi di riunione, contatto, prossimità con l'altro.


L'assenza di angoli trasmette un senso di armonia ed equilibrio; il cerchio è sempre in equilibrio per natura. In questo equilibrio regna l'uguaglianza, poiché non c'è nulla che sia più o meno dell'altro, non esiste una differenziazione di elementi. L'assenza di principio e fine è eternità dal punto di vista temporale, e perfezione nell'universo materiale. Il cerchio è associato alla vita, la quale è notoriamente vista come un ciclo, infinito o quanto meno dal fine sconosciuto.


Ulteriore significato del cerchio è la linea stessa che lo compone: infatti, la linea traccia qualcosa, separando virtualmente l'universo in due aree: il dentro ed il fuori. Queste due dimensioni possono rappresentare tanto l'uomo stesso, che si sente diviso tra corpo e anima, quanto l'ambiente fisico, nel quale un cerchio traccia un'area, una zona sacra, destinata alla concentrazione di energie o semplicemente all'accoglienza della vita. All'interno del cerchio c'è qualcosa che non si può vedere, ma che non è "tutto il resto" che c'è intorno.


Nelle foto, interpretazione del Cerchio di Napier, che ne realizza così tanti in ogni modo possibile. Spilla in argento 925 "sterling", in due colori: oro e argento. Il pezzo è databile indicativamente agli anni '60.

17 novembre 2010

Una firma, un mistero; scoprire Carl Art

Ho trovato questa bella spilla e l'ho tenuta a lungo senza mai chiedermi a chi appartenesse, quale mano avesse disegnato per prima le sue forme. E' una spilla in argento placcata oro 14 carati, in particolare con la tecnica G.F., o Gold Filled (qualche settimana fa abbiamo già approfondito le caratteristiche di questo trattamento).


La particolarità di questa spilla, oltre ad un design estremamente raffinato, dall'indubbia influenza dell'Art Dèco, e la lucentezza quasi magica, è l'abbinamento di due diversi colori di oro: rosa, presente nella maggior parte del pezzo, e giallo, applicato sulla "foglia". Lo stacco è piccolissimo e la differenza non da nell'occhio. Diventa quindi ancora più avvolgente l'effetto di varietà sullo sfondo di grande omogeneità.


Guardandola attentamente, un giorno, mi sono accorta che sotto la punzonatura (1/20 12k G.F. on silver) era presente un altro simbolo: le iniziali CA attraversate da una freccia da sinistra verso destra. Inoltre, ho  notato un "patent number", numero di brevetto, stampato sul corpo della spilla. Ho cercato il numero di brevetto, ma comunque lo scrivessi non risultava nulla di simile alla gioielleria o bigiotteria. Evidentemente non riuscivo a leggerlo correttamente. Poi, però, ho provato a cercare tutti i nomi di designer con le iniziali C e A, e ho trovato Carl Art. Le iniziali attraversate da una freccia è sempre stata la sua firma, durante i diversi decenni del suo lavoro.


Carl Art, o Carl Art Inc. è una ditta che nasce a Providence nel 1937 e produce pezzi in argento 925 prevalentemente placcati in oro con la tecnica Gold Filled (G.F.). Realizza girocollo e collane di maglia morbida e flessibile, bracciali, catene per orologi e altri oggetti con lo stesso effetto morbido e scorrevole, e anche la forma detta "coda di topo". La maggior parte degli oggetti creati da Carl Art sono di piccole dimensioni, ma sono sempre estremamente ben fatti. La produzione va avanti fino al 1980 e include, nel tempo, anche l'utilizzo di pietre dure e pietre dure d'imitazione, come ematite, onice, ametista, pietra luna,  cristalli colorati, perle.


Ho trovato, inoltre, queste due immagini che presentano i disegni originali depositati all'Ufficio Brevetti, entrambi nel 1946. Nessuna delle due è identica alla spilla nelle fotografie, ma entrambe sembrano appartenere indubbiamente alla stessa linea, il che mi fa datare anche la nostra spilla al 1946.

16 novembre 2010

Bigiotteria vintage firmata Germany e W.Germany (West Germany)

Capita di trovare pezzi firmati non con il nome di un'azienda o un designer, ma anche con il nome di un paese: Spain, Japan, Austria, Germany sono forse le firme più frequenti. Della bigiotteria giapponese abbiamo già avuto modo di parlare in passato. Ora approfondiremo quella tedesca, in particolare modo quella firmata W.Germany o West Germany, che sta per Germania Ovest.


Detto ciò, è già possibile inquadrare i pezzi dal punto di vista temporale. Ma è sempre meglio fare ordine. Dunque, la Germania vera e propria esiste in due momenti distinti: prima del 1948 e dopo il 1990. Quindi, chiariamo sin da subito che i pezzi firmati solamente Germany appartengono al periodo precedente al 1948. In seguito alla seconda Guerra Mondiale sappiamo della divisione del paese in due: Germania dell'Est e dell'Ovest, East e West in inglese. Il marchio W.Germany fu utilizzato all'incirca fino agli anni '60, ma la maggior parte di questi oggetti appartengono agli ultimi anni '40 e prima metà dei '50.


A ciò aggiungiamo che esistono altre firme relative alla Germania dell'Est, come ad esempio: "Western Zone Germany", “American Zone Germany“, “W. Germany“, “West Germany”, “Made in West Germany”, e “Made in Western Germany”. Della Germania dell'Est esiste la firma “German Democratic Republic”. La bigiotteria vintage tedesca ha avuto una forte influenza dell'Art Nouveau, con la sua interpretazione poetica della natura, e dell'Art Deco, con le sue forme geometriche e giochi di simmetrie. Sono famosi gli oggetti in argento 925, i cammei, i pezzi smaltati di produzione tedesca. Nell'insieme, si tratta di bigiotteria raffinata e di qualità, decisamente collezionabile.

15 novembre 2010

Che cos'è il Trifanium

Si sente spesso parlare, o si legge, del famoso Trifanium, materiale associato ai pezzi non in argento di Trifari, prevalentemente di colore oro. Talvolta, il Trifanium viene addirittura elevato a metallo prezioso o inserito in aste di oggetti in oro massiccio su ebay o altri siti di vendita online


Molti venditori descrivono il Trifanium come una lega con una certa composizione di oro, quindi possibile da includere tra metalli "preziosi"; altri ne parlano come di una tecnica di placcatura in oro applicata su pezzi realizzati in metalli non preziosi. Il Trifanium ha, si, una serie di qualità, tra cui quella di avere l'aspetto, l'apparenza di oro vero e anche la longevità che i pezzi acquisiscono grazie a questa composizione. Ma non è assolutamente un materiale o metallo prezioso.


Riassumendo: tutte le case che producevano bigiotteria cosiddetta Costume Jewelry, all'eccezione dei periodi in cui realizzavano pezzi in argento, dedicavano il loro tempo alla ricerca di leghe di metalli non preziosi che potessero quanto più possibile rispondere ai seguenti requisiti: resistenza, durevolezza, lucentezza, bellezza, verosimiglianza qualora dovesse imitare l'oro bianco o giallo. Il Trifanium è una di queste innumerevoli leghe, e ha un nome che oggi conosciamo perché particolarmente riuscita, e perché caratteristica della più famosa azienda: appunto, Trifari.

Nelle foto, grande pendente in stile modernista con catena, entrambi i pezzi firmati Trifari, in Trifanium color oro.