This is an italian blog concerning Costume Jewelry and vintage jewery collecting. All of the posts are written in italian language, however, if you need any information about these contents, we do speek english! All you need to do is ask. Till then... have fun with the pictures and be welcome!

25 novembre 2010

Quando chiuse Trifari?

Non sempre è facile determinare la data di chiusura di un'azienda. Grandi marchi come Trifari, Coro, Monet e così via non muoiono da un giorno all'altro. Acquisti tra aziende possono dar vita a trasferimenti che spesso incidono sulla qualità prima ancora che sul nome, che può restare quello originario. Nel caso di Trifari, questa "morte" risulta molto graduale. Infatti, la fine dell'attività dell'azienda è comunemente legata agli anni 1970. Infondo, la vita del marchio Trifari è intimamente legato alla carriera del più grande designer dell'azienda: Alfred Philippe, il quale inizia intorno al 1930 e si ritira nel 1968.


E' nel 1975 che Trifari viene venduta a Hallmark Jewelry Company, dalla quale passa poi sotto Crystal Brands nel 1988 e, nel 1994, a una ditta del gruppo Monet. Nella realtà, Trifari che conosciamo termina con quella prima vendita, la quale mette fine, dopo che già il più grande designer di Trifari se ne era andato, al team che originariamente portava avanti il lavoro. I pezzi Trifari realizzati dopo il 1975 furono ancora caratterizzati da una buona qualità, e quelli creati sotto la direzione del gruppo Monet, ancora firmati Trifari, considerati altamente collezionabili proprio perché ultimi a portare tale firma. Dopo il 2000 anche il gruppo Monet viene venduto ad una azienda estera, e così termina anche un'era: Trifari non c'è più.
Nella foto: orecchini firmati Trifari, trifanium oro e smalto panna, anni '60.

19 novembre 2010

Interpretazioni di Napier, nel segno del cerchio

Il cerchio è forse la forma più ricorrente in bigiotteria e gioielleria: collane, bracciali, orecchini, spille; non c'è pezzo dove il cerchio non si riproponga con frequenza. Questo accade non solo perché il cerchio è una forma semplice e solida, facile da "abbinare" in quanto non invadente. Al cerchio, infatti, viene associata una simbologia importante.


Il cerchio, è un simbolo primordiale, il cui significato profondo è facilmente intuibile anche da coloro che non lo conoscono "a memoria". Il cerchio è la forma geometrica caratterizzata da una continuità che non viene spezzata da angoli o interruzioni, è quindi l'infinito, l'eternità, la compiutezza. Il cerchio è anche simbolo di unione, tra due linee che si vengono incontro diventando l'una l'altra, e quindi di riunione, contatto, prossimità con l'altro.


L'assenza di angoli trasmette un senso di armonia ed equilibrio; il cerchio è sempre in equilibrio per natura. In questo equilibrio regna l'uguaglianza, poiché non c'è nulla che sia più o meno dell'altro, non esiste una differenziazione di elementi. L'assenza di principio e fine è eternità dal punto di vista temporale, e perfezione nell'universo materiale. Il cerchio è associato alla vita, la quale è notoriamente vista come un ciclo, infinito o quanto meno dal fine sconosciuto.


Ulteriore significato del cerchio è la linea stessa che lo compone: infatti, la linea traccia qualcosa, separando virtualmente l'universo in due aree: il dentro ed il fuori. Queste due dimensioni possono rappresentare tanto l'uomo stesso, che si sente diviso tra corpo e anima, quanto l'ambiente fisico, nel quale un cerchio traccia un'area, una zona sacra, destinata alla concentrazione di energie o semplicemente all'accoglienza della vita. All'interno del cerchio c'è qualcosa che non si può vedere, ma che non è "tutto il resto" che c'è intorno.


Nelle foto, interpretazione del Cerchio di Napier, che ne realizza così tanti in ogni modo possibile. Spilla in argento 925 "sterling", in due colori: oro e argento. Il pezzo è databile indicativamente agli anni '60.

17 novembre 2010

Una firma, un mistero; scoprire Carl Art

Ho trovato questa bella spilla e l'ho tenuta a lungo senza mai chiedermi a chi appartenesse, quale mano avesse disegnato per prima le sue forme. E' una spilla in argento placcata oro 14 carati, in particolare con la tecnica G.F., o Gold Filled (qualche settimana fa abbiamo già approfondito le caratteristiche di questo trattamento).


La particolarità di questa spilla, oltre ad un design estremamente raffinato, dall'indubbia influenza dell'Art Dèco, e la lucentezza quasi magica, è l'abbinamento di due diversi colori di oro: rosa, presente nella maggior parte del pezzo, e giallo, applicato sulla "foglia". Lo stacco è piccolissimo e la differenza non da nell'occhio. Diventa quindi ancora più avvolgente l'effetto di varietà sullo sfondo di grande omogeneità.


Guardandola attentamente, un giorno, mi sono accorta che sotto la punzonatura (1/20 12k G.F. on silver) era presente un altro simbolo: le iniziali CA attraversate da una freccia da sinistra verso destra. Inoltre, ho  notato un "patent number", numero di brevetto, stampato sul corpo della spilla. Ho cercato il numero di brevetto, ma comunque lo scrivessi non risultava nulla di simile alla gioielleria o bigiotteria. Evidentemente non riuscivo a leggerlo correttamente. Poi, però, ho provato a cercare tutti i nomi di designer con le iniziali C e A, e ho trovato Carl Art. Le iniziali attraversate da una freccia è sempre stata la sua firma, durante i diversi decenni del suo lavoro.


Carl Art, o Carl Art Inc. è una ditta che nasce a Providence nel 1937 e produce pezzi in argento 925 prevalentemente placcati in oro con la tecnica Gold Filled (G.F.). Realizza girocollo e collane di maglia morbida e flessibile, bracciali, catene per orologi e altri oggetti con lo stesso effetto morbido e scorrevole, e anche la forma detta "coda di topo". La maggior parte degli oggetti creati da Carl Art sono di piccole dimensioni, ma sono sempre estremamente ben fatti. La produzione va avanti fino al 1980 e include, nel tempo, anche l'utilizzo di pietre dure e pietre dure d'imitazione, come ematite, onice, ametista, pietra luna,  cristalli colorati, perle.


Ho trovato, inoltre, queste due immagini che presentano i disegni originali depositati all'Ufficio Brevetti, entrambi nel 1946. Nessuna delle due è identica alla spilla nelle fotografie, ma entrambe sembrano appartenere indubbiamente alla stessa linea, il che mi fa datare anche la nostra spilla al 1946.

16 novembre 2010

Bigiotteria vintage firmata Germany e W.Germany (West Germany)

Capita di trovare pezzi firmati non con il nome di un'azienda o un designer, ma anche con il nome di un paese: Spain, Japan, Austria, Germany sono forse le firme più frequenti. Della bigiotteria giapponese abbiamo già avuto modo di parlare in passato. Ora approfondiremo quella tedesca, in particolare modo quella firmata W.Germany o West Germany, che sta per Germania Ovest.


Detto ciò, è già possibile inquadrare i pezzi dal punto di vista temporale. Ma è sempre meglio fare ordine. Dunque, la Germania vera e propria esiste in due momenti distinti: prima del 1948 e dopo il 1990. Quindi, chiariamo sin da subito che i pezzi firmati solamente Germany appartengono al periodo precedente al 1948. In seguito alla seconda Guerra Mondiale sappiamo della divisione del paese in due: Germania dell'Est e dell'Ovest, East e West in inglese. Il marchio W.Germany fu utilizzato all'incirca fino agli anni '60, ma la maggior parte di questi oggetti appartengono agli ultimi anni '40 e prima metà dei '50.


A ciò aggiungiamo che esistono altre firme relative alla Germania dell'Est, come ad esempio: "Western Zone Germany", “American Zone Germany“, “W. Germany“, “West Germany”, “Made in West Germany”, e “Made in Western Germany”. Della Germania dell'Est esiste la firma “German Democratic Republic”. La bigiotteria vintage tedesca ha avuto una forte influenza dell'Art Nouveau, con la sua interpretazione poetica della natura, e dell'Art Deco, con le sue forme geometriche e giochi di simmetrie. Sono famosi gli oggetti in argento 925, i cammei, i pezzi smaltati di produzione tedesca. Nell'insieme, si tratta di bigiotteria raffinata e di qualità, decisamente collezionabile.

15 novembre 2010

Che cos'è il Trifanium

Si sente spesso parlare, o si legge, del famoso Trifanium, materiale associato ai pezzi non in argento di Trifari, prevalentemente di colore oro. Talvolta, il Trifanium viene addirittura elevato a metallo prezioso o inserito in aste di oggetti in oro massiccio su ebay o altri siti di vendita online


Molti venditori descrivono il Trifanium come una lega con una certa composizione di oro, quindi possibile da includere tra metalli "preziosi"; altri ne parlano come di una tecnica di placcatura in oro applicata su pezzi realizzati in metalli non preziosi. Il Trifanium ha, si, una serie di qualità, tra cui quella di avere l'aspetto, l'apparenza di oro vero e anche la longevità che i pezzi acquisiscono grazie a questa composizione. Ma non è assolutamente un materiale o metallo prezioso.


Riassumendo: tutte le case che producevano bigiotteria cosiddetta Costume Jewelry, all'eccezione dei periodi in cui realizzavano pezzi in argento, dedicavano il loro tempo alla ricerca di leghe di metalli non preziosi che potessero quanto più possibile rispondere ai seguenti requisiti: resistenza, durevolezza, lucentezza, bellezza, verosimiglianza qualora dovesse imitare l'oro bianco o giallo. Il Trifanium è una di queste innumerevoli leghe, e ha un nome che oggi conosciamo perché particolarmente riuscita, e perché caratteristica della più famosa azienda: appunto, Trifari.

Nelle foto, grande pendente in stile modernista con catena, entrambi i pezzi firmati Trifari, in Trifanium color oro.

12 novembre 2010

Spettacolare Trifari

Si, non sembra possibile, ma non abbiamo ancora parlato di Trifari! Forse, il nome più altisonante della bigiotteria vintage americana, quello più collezionato e apprezzato nel mondo. Il cognome è italiano, non a caso: Gustavo Trifari, gioielliere, migra negli Stati Uniti intorno al '900 e apre la propria ditta nel 1910 a New York. 


Trifari produce pezzi di grande qualità lungo tutto il secolo, e realizza linee famosissime. Momento di grande gloria per Trifari sono gli anni '50 e '60: sforna pezzi spettacolari in grande quantità, ed è molto ricercata a prezzi non sempre bassissimi. Ne sono caratteristiche forme prevalentemente eleganti, quasi tradizionali, indubbiamente femminili.


I pezzi firmati Trifari degli anni '50 si riconoscono facilmente dalle forme elaborate o, al contrario, minimaliste, tutte improntate sulla texture. Troveremo spille, pendenti, collier, orecchini, in metallo color oro con giochi di lucido/opaco grazie all'effetto satinato, o impronte di vario tipo che fanno variare la superficie del metallo e le danno più espressività.
Nelle foto, orecchini firmati Trifari, in metallo color oro e cristalli bianchi di diverse dimensioni, databili agli anni '50.

11 novembre 2010

Magiche farfalle in filigrana d'argento

Ci ritorniamo ancora, perché ci ritorneremo sempre; la farfalla, soggetto, forse, più comune della bigiotteria vintage animalier, seguito forse da volatili pennuti di vario tipo, è anche il soggetto che permette più varietà di interpretazione. La forma e i colori così vari permettono mille combinazioni possibili.


In queste fotografie ho raccolto quattro spille animalier a forma di farfalla, tutte e quattro realizzate in argento 925 "sterling", tutte con la tecnica della filigrana e tutte firmate da Alice Caviness. Aggiungo, tutte appartenenti ai primi anni '40 come periodo di produzione. Per quanto riguarda la tecnica, potete notare che una delle farfalle è più delicata delle altre: nella foto in alto la vedete nell'angolo destro superiore, con le ali arrotondate. Infatti, questo pezzo è stato prodotto in Portogallo, per conto di Alice Caviness. Abbiamo già menzionato la qualità della filigrana portoghese qualche settimana fa.


Tra le quattro una ha elementi smaltati, e una, quella che nella foto in basso vediamo nell'angolo superiore destro, può muovere le ali. Vale a dire: i quattro segmenti sono indipendenti tra loro e possono essere spostati, per poi restare fermi nella posizione desiderata, dando l'impressione di movimento alla figura rappresentata dalla spilla. Sono solo quattro esempi di come si possa rappresentare la farfalla attraverso l'occhio magico della bigiotteria.

10 novembre 2010

Swarovski: un nome importante, una lunga storia

Chi non conosce Swarovski!? Forse è il nome che per primo viene pronunciato dalle nostre labbra, noi destinati ad appassionarci della bigiotteria vintage, ancora prima di Coro o Trifari o Monet. Questo perché nel pronunciarlo non facciamo riferimento al "Vintage" vero e proprio: Swarovski è un nome vivo e vegeto, presente nei giorni d'oggi.


Eppure la storia dell'azienda Swarovski, detentrice del primato mondiale per la produzione del cristallo tagliato, comincia molto tempo fa: per la precisione, in Austria nel 1895, quando viene fondata da Daniel Swarovski. Sotto il cognome Swarovski, infatti, faremo riferimento a diverse persone, decennio dopo decennio, tutte della stessa rinomata famiglia.


Mentre, fino agli anni '70, Swarovski produce essenzialmente cristalli, di ogni sorta e qualità (ricordiamo i famosi Aurora Borealis che abbiamo trattato qualche giorno fa), lavorando anche con grandissimi stilisti come ad esempio Dior, intorno al '75 nasce l'azienda S.A.L., (Swarovski America Ltd.). La prima linea è Swarovski Silver Crystal, del 1976, che realizza finalmente pezzi interamente disegnati e realizzati da Swarovski.


Del 1989 è invece la prima collezione di accessori di alta moda: Swarovski Jeweler's Collection, che si distingue per la qualità altissima e un design di grande eleganza. I pezzi firmati Swarovski Jeweler's Collection sono realizzati con i migliori materiali e con tecniche degne della gioielleria. Si tratta comunque di alta bigiotteria e di cristalli nitidamente superiori.


La firma S.A.L, invece, caratterizza una produzione che va solo fino al 1988, quando la firma sui pezzi viene definitivamente sostituita da Swarovski. In queste foto potete vedere un paio di orecchini della linea Swarovski Jeweler's Collection, in metallo color oro e un'incastonatura di perle sintetiche e cristalli bianchi. 


La forma ricorda vagamente una stella marina; la cosa più eccezionale, è il cristallo al centro di ognuno dei pezzi. E' grande e pieno, e ha una particolare profondità. La luce delicata, leggermente rosata, che emana, sembra misteriosa e coinvolgente. La qualità di questi cristalli è rappresentativa della firma di Swarovski, e di certo della linea più alta di quegli anni.

9 novembre 2010

Il fascino orientale nella Costume Jewelry

Ci sono nomi della bigiotteria vintage americana che sono particolarmente famosi per le forme di ispirazione orientale: uno su tutti è l'artista e artigiano Paul Selenger, fondatore del marchio Selro (e Selini), emigrato negli Stati Uniti dalla Russia nel 1927. Quasi tutti i pezzi firmati Selro, (anche Selro corp.), sono d'ispirazione asiatica o comunque etnica: alcuni pezzi raffigurano anche volti di principesse africane. 


Volti orientali e materiali alternativi per raffigurarli, come il legno, la celluloide o diversi tipi di plastiche, sono stati molto di moda, soprattutto negli anni '40, ma anche nei decenni successivi. Un altro maestro delle forme orientali è Hobé, di cui sono famosi i pezzi raffiguranti volti maschili asiatici sorridenti, e anche piccole figure intere.


In particolare, c'è una linea chiamata "Bandora" disegnata da Sylvia Hobé, nome che proviene dal tipo di legno utilizzato, insieme ad altri materiali. Rappresenta figure umane come il saggio dalla barba lunga, inserite in una cornice di argento "sterling" spesso placcato oro 12k o 14k.


In queste foto vediamo un pezzo che risente della moda "orientaleggiante" di quegli anni. Spilla in argento 925 "sterling" firmata Alice Caviness, con inserti cabochon che imitano pietre dure: la giada, l'agata, l'onice. La forma si ispira alle forme del bambù ed ha un aspetto estremamente leggero e raffinato.

8 novembre 2010

Chi era Adolph Katz

Abbiamo già parlato più volte di Adolph Katz di quante ci si immagina: infatti, è impossibile nominare Coro senza fare riferimento al suo più grande designer. La maggior parte dei pezzi che conosciamo come emblematici dell'azienda, ma anche molti di quelli poco conosciuti che ci sorprendono positivamente, sono stati firmati da lui.


La lunga carriera di Adolph Katz si svolge tutta all'interno dell'azienda Coro: per lunghi 40 anni Katz sforna brevetti di pezzi splendidi e originali, grazie alla sua innata capacità di ispirarsi a oggetti di uso comune, come confida in una intervista, e allo spirito di osservazione che traspare nei suoi pezzi che rappresentano il mondo animale. (vedi i famosi Hoots, Duette a forma di Gufi).


Non solo: Adolph Katz è in assoluto il designer americano più prolifico dell'industria della bigiotteria vintage, come è possibile constatare dai suoi numerosissimi brevetti. E' possibile che non tutti i pezzi siano stati disegnati personalmente da lui, ma non c'è dubbio che fosse sua la responsabilità, come capo designer, di selezionare i disegni più interessanti e decidere quali pezzi sarebbero effettivamente arrivati sui capi delle signore. 


Adolph Katz cominciò come a lavorare per Coro nel 1924, per diventare, già nel 1937, capo designer. Dopo il 1948 entra a far parte dell'amministrazione dell'azienda stessa, e ne diventa vice-presidente, definendo non solamente le linee dettagliate dei pezzi da produrre, ma, in genere, molte importanti scelte dell'azienda. 


L'attività di Adolph Katz va avanti fino agli anni '70, quando segue personalmente Vendome, la nuova linea top che va a sostituire Corocraft.
Nelle foto, spilla in argento 925 "Sterling" con cristalli bianchi e pietre di ametista d'imitazione. E' notevole la qualità de pezzo, appartenente alla linea CoroCraft, e la tridimensionalità del dettagli.


E' possibile che la spilla appartenga alla campagna "Devastating Amethyst" del 1944. Non ci sono dubbi che sia databile agli anni '40.

5 novembre 2010

La rima della raffinatezza: Hobé - bouquet

Il nome di Hobé ricorrerà sempre su queste pagine e su tutte le altre che trattano la Costume Jewelry e la bigiotteria vintage in generale. Si tratta di qualità altissima, di design ricercato, di forme innovative. Ma nel "periodo argento", che poi è quello prevalentemente degli anni '40, si tratta di qualcosa di speciale.


Infatti, si dice che gli splendidi pezzi fossero assemblati e rifiniti a mano, il che non è difficile credere. Infatti, pur vedendo molte forme e soprattutto "parti" identiche, sembra quasi che ogni oggetto abbia qualcosa di unico. In questo caso parliamo delle creazioni di Hobé dalle forme floreali che si esprimono tanto in bracciali, quanto in spille, orecchini, collane. 


Ma tra tutti i gioielli, le spille sono l'oggetto più libero di assumere qualsiasi forma perché quasi per niente vincolato dalle parti meccaniche, quelle funzionali. Le spille di Hobé di questo periodo sono spesso a forma di fiocco, ma ancora più spesso a forma di bouquet, spesso eccezionalmente realistico e sempre molto ricco. 


Qualche volta si tratta di bouquet arricchiti da cristalli sfaccettati e luminosi, ma molti pezzi sono brillanti e avvolgenti senza nessuna aggiunta, grazie alle sole forme che l'argento assume. Questa è l'ulteriore prova del potere della forma sul potere del materiale. William Hobé raggiunge un grado di delicatezza, eleganza, raffinatezza eccezionali, portando tra i materiali non preziosi tutta la maestosità dell'alta gioielleria dalla quale proveniva suo padre Jaques.

4 novembre 2010

Bigiotteria vintage firmata Japan

Cominciamo col dire che, quando trovate scritto "Japan" su un pezzo di bigiotteria vintage, non si tratta di un marchio, come può essere Coro o Trifari, ma si tratta effettivamente di un pezzo realizzato in Giappone. Come vedremo in futuro, esistono molte altre "firme" di questo tipo (Spain, W.Germany, e così via) che identificano bigiotteria proveniente dai vari paesi. Questi pezzi venivano realizzati già in partenza destinati all'esportazione: per questo motivo il nome del paese era indicato in lingua inglese.


Inoltre, molte delle parti che troviamo sulla bigiotteria vintage americana, sono effettivamente provenienti dal Giappone senza che ciò venga in qualche modo indicato. Questo accade soprattutto con i pezzi che contengono molte pietre d'imitazione di materiale plastico, celluloide, e perline: tutti elementi che in Giappone, negli anni '50 e '60, si distinguevano per la particolare qualità.


Il tipo di orecchini che vediamo in queste immagini, è caratteristico degli anni '50 e proviene dal Giappone. Si tratta di un grumo di perline di diverse caratteristiche, con una base color celeste e una serie di piccole sfere aggiunte in superficie, di tonalità cromata. Al centro degli orecchini troviamo due cristalli d'imitazione tipo acquamarina. Entrambi i pezzi sono firmati "Japan" sul retro.

2 novembre 2010

Design Modernista: ma cosa vuol dire?

Se frequentate cataloghi, pubblicazioni varie, aste online e siti di vendita di bigiotteria e gioielleria Vintage, finirete spesso su pagine redatte in inglese. E quindi, tra le possibili definizioni di un pezzo dall'aspetto limpido e astratto, troverete con grande probabilità scritto: Modernist, cioè, "Modernista". Ma può davvero tradursi così? E soprattutto, che cosa vuol dire?


Sembrerebbe semplice, eppure non lo è. E' uno stile? Non esattamente. E' un periodo? Non solo. Tutte le persone che studiano arte, moda, architettura, ne sanno qualcosa. Ma noi non siamo queste persone, quindi intendiamo spiegare la definizione così come un appassionato di bigiotteria vintage può comprendere ma soprattutto, fare sua e utilizzare a proprio vantaggio.


Dunque, in italiano troviamo la parola "Modernismo" direttamente associata all'ambito dell'architettura, e, all'interno di questo, inserita di fianco a un'altra parola molto conosciuta: Liberty. Parliamo quindi delle forme slanciate e curiose che caratterizzano il periodo Art Nouveau, e, per dare un esempio su tutti, la creatività di Gaudì. Ma la bigiotteria non è architettura, e, soprattutto, il Modernism del quale leggiamo nel contesto della bigiotteria vintage nulla sembra aver a che fare con Art Nouveau. Modernism in inglese fa riferimento ad una linea di pensiero cui si associano movimenti culturali tipici del primo '900. In questo contesto, Modernism è una risposta all'Illuminismo, il quale rifiuta, e si associa a una interpretazione del mondo totalmente impregnata di novità, incompatibile con forme e suoni tradizionali.


Senza mischiare il sacro con il profano, anche l'universo della bigiotteria risente di questa onda. Coloro che disegnano i pezzi che abbelliranno l'abbigliamento delle persone, non possono non sperimentare, nel loro piccolo, forme astratte e semplificate, a volte quasi non più appartenenti al mondo degli ornamenti. Troviamo quindi vere e proprie opere d'arte indossabili, che si esprimono nella ricerca affascinante che traspare dal loro design. Questi pezzi provengono prevalentemente da un periodo che si può circoscrivere tra gli anni '30 e gli anni '70, e non si concentrano solamente negli Stati Uniti. Ad esempio, nell'ambito della gioielleria in argento, pezzi di straordinaria bellezza e forme sorprendenti provengono dai paesi Scandinavi, dove designer rinomati segnano un vero e proprio settore oggi oggetto di accanito collezionismo.


Quando trovate un oggetto definito Modernist, (che non necessariamente significa "modernista"), si tratta semplicemente di un aggettivo che nulla toglie e nulla aggiunge all'oggetto, perché voi stessi saprete giudicare se effettivamente il suo design e la sua qualità rispecchiano la ricerca di lunghi decenni di perdita del vecchio e riscoperta del nuovo. In cambio, se è questo che vi attrae, ricordatevi questa parola magica nelle vostre di ricerche.

1 novembre 2010

Hoots: la Duette per eccellenza (Coro nel suo meglio)

E' forse la creazione più famosa di Coro, se qualcosa di simile può essere individuabile nella lunghissima e brillante attività dell'azienda. Eppure, si tratta di un vero e proprio emblema: Hoots, "Gufi", è una Duette che segna il nome di Coro così come forse nessun altro pezzo per nessun'altra firma di bigiotteria vintage.


Hoots è, intanto, una spilla in argento 925 "sterling", dorata, con cristalli bianchi piccoli e colorati di dimensioni molto grandi, smalti colorati di diverse tonalità. Rappresenta due gufi seduti su dei rami, bombati e dettagliatissimi nei rilievi delle piume. I gufi hanno la testa e le ali coperte di strass bianchi, mentre le piume del petto e il becco sono tutti colorati con lo smalto. Persino le unghie sono evidenziate, e persino sotto la coda è presente un piccolo cristallo bianco.


Si tratta, come già detto, di una Duette: quindi, non è solo una spilla, ma due. Infatti, due fur clips, adatte per tessuti rigidi o spessi (ma perfette anche su materiali più malleabili), sono collegate da una struttura, detta cornice, che le accoglie e le rende un pezzo solo: una spilla che può essere attaccata ad una maglia, un cappellino, insomma davvero qualsiasi capo. Per staccare i gufi dalla cornice basta alzare gli spilloni che servono loro da chiusura. Allo stesso modo, è facile tornare ad inserirveli per utilizzarli uniti.


Di eccezionale effetto sono i loro grandi occhi. Si tratta infatti di enormi cristalli di vetro sfaccettati, che riflettono la luce ma hanno anche una profondità unica. Dal lato interno si può vedere una doratura sul retro dei cristalli: una tecnica per renderli più riflettenti e luminosi.


Hoots è stato realizzato a più riprese, con molte variazioni, in materiali diversi. Si può dire che ci sia stata una prima ondata di "gufi" sin dagli ultimi anni '30 - primi '40. Tali gufi erano un po' meno stilizzati e un po' più realistici, con la testa più piccola e una postura meno statica. Gli "Hoots" per eccellenza sono i gufi del 1944 disegnati da Adolph Katz; sono in argento "sterling" e furono creati in tre gruppi di colori: blu notte, verde acqua, e giallo ambrato. In base al colore del cristallo utilizzato per l'occhio, varia anche la smaltatura sulle piume.


Verso la fine degli anni '40 Coro smise di produrre pezzi in argento 925 "sterling". Questa prassi era cominciata su richiesta del governo USA perché tutti i metalli idonei potessero essere destinati allo sforzo bellico. Terminata la guerra, la maggior parte delle aziende ritornarono a cercare leghe alternative e adatte per creare i loro pezzi, così come Coro, che torna a realizzare diverse "hit" in metalli meno nobili. Questo è anche il caso della famosa Duette "Hoots" la quale si ripresenta fino agli anni '50, anche non in argento e con ulteriori variazioni di design e dimensioni 

In quest'ultima fotografia potete vedere il disegno originale di Adolph Katz così come è stato depositato all'ufficio brevetti, e una immagine di uno dei gufi in versione blu scuro. Il numero di brevetto è visibile in alto a destra, ma su tutte le Duette troverete il "patent number" 1798867, che è il numero di brevetto del meccanismo stesso, stampato sulla cornice di tutti i pezzi.